Si scatena la furia sui social a poche ore dalla nascita della pagina a sostegno di Filippo Turetta: “Una cosa fuori dal mondo!”.
Nasce una pagina Facebook a favore dell’innocenza di Filippo Turetta, arrestato in Germania per l‘omicidio di Giulia Cecchettin. Sebbene l’indignazione contro l’ex fidanzato della vittima è molto, c’è chi sostiene che il ragazzo non abbia colpe, ma che quello nei suoi confronti sia solo un giudizio affrettato.
La pagina Facebook a sostegno di Filippo Turetta
“Filippo Turetta ragazzo modello”: questo il nome della pagina Facebook che è spuntata nelle scorse ore sulla piattaforma. Appaiono ancora pochi followers, ma decisamente tanti commenti contro la pagina stessa.
Identificata dalla foto del 22enne indiziato, la pagina condivide una serie di articoli di giornale, attaccando anche la sorella di Giulia, Elena Cecchettin. “Ancora la sorellona, ancora sui social, stavolta direttamente contro un Ministro (che per noi è un coglione ma in questo caso non ci pare abbia scritto nulla di insensato). Non sarà che tra 6 mesi ci sono le elezioni europee e “qualcuno/a” sta prendendo la palla al balzo? Avremo presto in circolazione una nuova Ilaria Cucchi?“, si legge nel post.
Sotto uno degli ultimi post pubblicati da chi si cela dietro la pagina a sostegno di Turetta, accompagnando un’immagine del ragazzo si legge la didascalia: “Dare il “consenso all’estradizione” non significa “confessare”, significa voler tornare in Italia al più presto per chiarire la propria posizione non avendo nulla da nascondere”.
“Biko”, la canzone dedicata a Turetta
La pagina dedica a Filippo Turetta anche la canzone di Peter Gabriel, “Biko”, dall’artista dedicata a Steve Biko, attivista suafricano anti-aparttheid morto per le conseguenze delle torture subite in carcere, nel lontano 1977.
Vengono poi citati casi di giustizia in cui l’esito finale del giudizio è stato ribaltato nel corso del procedimento. Si fa riferimento anche all’omicidio di Meredith Kercher, però volano accuse contro l’avvocato difensore di Turetta che viene giudicato troppo “molle”, probabilmente non in grado di difendere il suo assistito.
Una bufera di critiche social
Ben presto volano già le prime critiche sotto i post pubblicati nella pagina Facebook. Un utente commenta: “Qui ci sono problemi seri, più gravi di quanto i nostri occhi abbiano già visto!”, e ancora che chi avverte: “Siamo in molti ad aver segnalato questa pagina. Fatelo tutti!”.
A commentare ciò, è stato anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che tuona: “Di cretinate se ne leggono e se ne dicono tante nella comunità, ed è innegabile che poi si trasferiscano anche sui social. Ciò non toglie che fare una pagina di sostegno ad una persona che ha fatto perdere la vita ad un’altra mi sembra una cosa fuori dal mondo“.